Trento: ricerca e startup insieme per l’economia circolare

Con la Summer School Top Stars 2018 ricercatori e imprese hanno collaborato per trovare soluzioni innovative per il recupero delle materie prime.

Mondo della ricerca e industria fianco a fianco, per 10 giorni, per lavorare assieme e raccogliere la sfida dell’economia circolare concentrandosi su una delle tematiche in cui l’innovazione può fare davvero la differenza: le cosiddette materie prime critiche, quelle la cui produzione ha conseguenze negative su uomo e ambiente e per cui è fondamentale il riciclo. È successo a Trento, città che si propone sempre di più come capitale dello sviluppo della circular economy italiana, con una forte vocazione all’innovazione che arriva dalla locale università e di HIT – Hub Innovazione Trentino.

Top Stars 2018, EIT Raw Materials Summer School, questo il nome della 10 giorni giunta alla seconda edizione, si è conclusa il 25 luglio: una grande piazza per i ricercatori che hanno avuto così la possibilità unire l’esperienza della tecnica a quella imprenditoriale delle aziende più innovative nel settore dell’economia circolare.

In questi 10 giorni, 60 tra ricercatori e dottorandi hanno potuto affrontare le diverse sfide dell’economia circolare per quanto riguarda il recupero e il riciclo delle risorse primarie, trasformando le loro ricerche in opportunità di business. Rispetto alle Summer School tradizionali, quella di TOP STARS 2018 combina lezioni mirate di docenti universitari e professionisti, project work, test sul campo e eventi di networking. L’obiettivo è creare un’armonia tra capacità tecniche e competenze trasversali come il lavoro a progetti di business, team building, scambi culturali, conoscenza dell’interazione tra etica e società e creazione di una consapevolezza globale delle tendenze sociali e commerciali.

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I ricercatori e i dottorandi si sono quindi confrontati con aziende e startup per verificare la sostenibilità e la rilevanza delle loro idee, dal concept alla commercializzazione, passando per la realizzazione tecnica. In gruppi da 5 a 7 partecipanti, hanno trasformato in progetti le soluzioni identificate per risolvere i problemi tecnici che sono stati loro presentati.

Tra le tante aziende che hanno incontrato i ricercatori durante la Summer School c’è anche Rubber Conversion, la startup trentino/veneta recentemente presentata al Plast, il Salone internazionale per l’industria delle materie plastiche e della gomma. Rubber Conversion, che ha brevettato un innovativo processo per “devulcanizzare” la gomma, produce mescole di gomma di alta qualità in maniera sostenibile, utilizzando sottoprodotti e scarti di lavorazione industriale della gomma e pneumatici fuori uso. La sfida lanciata dalla startup ai ricercatori è stata quella di confrontare le tecniche della devulcanizzazione e della rigenerazione, analizzando il comportamento delle diverse mescole attraverso i principali indicatori fisici / chimici, per poi passare dalla teoria alla pratica commerciale e affrontare l’importante questione del mercato delle materie prime. Le squadre di universitari hanno suggerito le migliori applicazioni possibili, sottolineando le differenze qualitative dei processi di devulcanizzazione e rigenerazione e cercando di capire qual è l’approccio migliore per usare i relativi prodotti in ambito industriale.

Alla fine, i membri della giuria hanno premiato la soluzione presentata dalla squadra NanoRubber, che è riuscita a spuntarla su RubiCon e Solemates. Ma è stata una decisione dura, ammettono, in quanto anche gli altri team hanno proposto idee altamente innovative. Al di là dei premi, resta il metodo: quello di creare un ponte tra l’accademia e l’industria. Un modo per superare la “solitudine” del ricercatore, per portare la ricerca fuori dal laboratorio e avviare una cooperazione sempre più stretta tra università e mondo delle aziende, all’insegna di un unico comune denominatore, fondamentale quando si parla di economia circolare: l’innovazione.

L’immagine utilizzata è stata fornita dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento.