Il riciclo vale l’1 per cento del PIL italiano

Indagine Agi-Censis: il settore produce oltre 12 miliardi di euro di valore aggiunto.

L’industria del riciclo produce oltre 12,6 miliardi di euro di valore aggiunto e vale l’1 per cento del Prodotto Interno Lordo italiano. A dirlo è il rapporto Agi-Censis “Perché all’Italia conviene l’economia circolare”, presentato a Roma nel corso della giornata inaugurale di Maker Faire, il grande evento europeo sull’innovazione.

Stando alla ricerca, l’Italia sarebbe un punto di riferimento nell’Unione Europea per quanto riguarda l’economia circolare e in particolare il riciclo dei materiali. A testimoniarlo anche l’ultimo rapporto “L’Italia del Riciclo”. Peccato che del paradigma della circolarità se ne parli ancora troppo poco nel Paese.

Nazione storicamente povera di materie prime e che ha fatto della necessità – il riciclo – virtù, l’Italia è tra gli stati con il più basso consumo di materiali grezzi in Europa e al primo posto per la circolazione di materiali recuperati all’interno dei processi produttivi.
Nella penisola il consumo domestico di materiali grezzi si attesta sulle 8,5 tonnellate pro capite, contro una media europea di 13,5 tonnellate. L’Italia, inoltre, primeggia quando si tratta di estrarre valore dalle risorse utilizzate: 3,34 euro di Pil per ogni kg di risorse, a fronte dei 2,2 euro della media UE.

L’economia circolare non è solo riciclo, ma, prima ancora, riuso. E anche in questo la penisola non se la cava male. Nel 2017 il 48% degli italiani ha acquistato o venduto beni usati (+11% sul 2016), con 2 compravendite su 5 avvenute online: un mercato, questo, che vale 21 miliardi, l’1,2% del Pil.

Molto ancora si può fare con la sharing economy, ma qualcosa comincia a muoversi. L’anno scorso gli iscritti ai servizi di car sharing erano 1,31 milioni di persone, il doppio rispetto alle 630 mila del 2015.

Il problema è che l’economia circolare esiste, è già una fetta dell’economia nazionale, ma non se ne parla. Il tema risulta poco conosciuto e dibattuto nel Paese. Secondo l’indagine del Censis, condotta su un migliaio di italiani con cultura elevata e ruoli professionali avanzati, solo il 40% ha una conoscenza approfondita dell’argomento. Tre su quattro (77,8%) pensano che i vantaggi che ne derivano siano principalmente per l’ambiente. Per pochissimi l’economia circolare può avere un impatto su occupazione e Pil. E invece, a vedere i numeri, già ce l’ha.