Riduzione plastica: al via un progetto Europeo a guida Italiana

Stanziati 6 milioni di euro, capofila l’Università di Bologna

In un solo anno, in Europa, vengono generati oltre 49 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Meno del 40% viene riciclato, mentre più del 30% finisce all’inceneritore e il resto in discarica.

Una situazione allarmante che richiede soluzioni innovative per ridurre la produzione di rifiuti e ottimizzare il ciclo di vita della plastica. Ora, per chi riuscirà a trovare una soluzione, ci sono sul piatto 6 milioni di euro.

Li ha stanziati il Programma eCircular, promosso da Climate-KIC, la comunità europea che connette istituzioni, università e aziende con l’obiettivo di diffondere la conoscenza, promuovere l’innovazione nella sfida ai cambiamenti climatici e favorire lo sviluppo e la creazione di una società low carbon.

L’obiettivo di eCircular è promuovere progetti pilota su smart manufacturing, eco-design avanzato, modelli di business e modelli alternativi di consumo, per poi ampliare il raggio d’azione verso strumenti di regolazione normativa e nuovi standard di processo.

Al centro del progetto di eCircular c’è l’utilizzo delle tecnologie digitali, con strumenti che possano permettere, ad esempio, di migliorare la trasparenza del mercato (con la tracciabilità continua), ridurre la frammentazione delle norme e della conoscenza, o ancora aumentare l’efficacia di processi come ReUse o ReManufacturing.

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Il progetto avrà durata triennale (prorogabile) e vede come capofila l’Università di Bologna. Gli altri partner sono: Wuppertal Institute (Germania), Lund University (Svezia), Montanuniversitaet Leoben (Austria) ed Ecomatters (Olanda). E poi ci sono gli associate partner: Veolia, colosso francese dei servizi pubblici; Remondis, tra le più importanti aziende di servizi ambientali tedesche; GS1, l’unico ente italiano autorizzato al rilascio dei Codici a Barre; Dedagroup, tra le più attive aziende italiane per l’innovazione digitale di Imprese, Enti pubblici e Istituti finanziari; il Gruppo CAVIRO, azienda vitivinicola; il network di aziende Plastics Recycling Europe; l’Istituto Nazionale per la Ricerca Agronomica Francese – INRA.

“Il traguardo del progetto è la decarbonizzazione dei processi economici, per una società prospera, equa e sostenibile – spiega il professor Alberto Bellini, coordinatore dell’intero programma e docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione dell’Università di Bologna – Punto di forza sarà l’uso delle tecnologie digitali: si tratta, infatti di un progetto di respiro internazionale e interdisciplinare che intercetta tanto le scienze sociali (con un focus sulla circular economy) che le scienze tecniche, tecnologiche”.

Ad oggi, soltanto il 5% delle nuove plastiche proviene dal recupero, mentre il 95% viene sprecato. Se così non fosse, si risparmierebbero da 77 a 102 euro per ogni tonnellata di plastica raccolta, per un totale di 105 miliardi di euro. Eppure la qualità della plastica riciclata e in aumento, anche se la capacità di riutilizzarla rimane bassa.