I rifiuti elettronici? Si possono portare in negozio (ma pochi lo sanno)

Un’indagine rivela che solo un quarto degli italiani sa che può consegnare vecchi smartphone o tablet in negozio senza obbligo di acquisto.

Quasi tre quarti degli italiani non sanno che possono buttare i vecchi smartphone e tablet direttamente presso i grandi negozi di elettronica, senza doverne necessariamente comprare di nuovi. Nemmeno voi lo sapevate?

Siete, purtroppo, in buona compagnia. A dirlo è un’indagine sul livello conoscenza del Decreto “Uno contro zero” realizzata dalla community di Friendz per Ecodom, consorzio che si occupa della raccolta e dell’avvio al riciclo dei RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

In principio, in realtà, fu l’Uno contro Uno, ovvero la possibilità di consegnare la vecchia apparecchiatura elettrica ed elettronica presso il negozio in cui se ne compra una nuova ed equivalente. In altri termini, se dovete buttare il vecchio televisore e comprarne uno nuovo, potete mettere in macchina quello non funzionante e lasciarlo lì dove ne acquistate uno nuovo.

La pratica era prevista dal Decreto Legislativo 49 del 2014, che disciplina la gestione dei rifiuti elettronici. Lo stesso provvedimento prevedeva l’implementazione dell’Uno contro Zero, un decreto ministeriale approvato due anni dopo e attualmente in vigore, che permetteva di consegnare i piccoli RAEE (il lato più lungo non deve essere superiore a 25 centimetri) presso gli esercizi commerciali che vendono elettronica (anche non esclusivamente) con superficie superiore a 400 metri quadrati. L’alternativa resta ovviamente quella di portare i rifiuti elettronici presso le isole ecologiche comunali.

Peccato che soltanto il 27,1% degli intervistati sappia di questa possibilità, mentre la maggior parte di questi (il 67,1%) non l’ha mai sperimentata direttamente. I più informati risultano gli abitanti di Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna, che comunque non arrivano al 29%. I meno informati sono i siciliani e i sardi, che restano sotto il 24%.

L’indagine si è svolta tra aprile e maggio 2018, ha coinvolto quasi 10.000 utenti (che hanno complessivamente dismesso 1.203 piccoli apparecchi elettrici o elettronici) e si è sviluppata in 3 fasi: la prima esplorativa per testare il livello di conoscenza del decreto, la seconda per invitare a sperimentare il servizio e la terza per valutare l’esperienza di chi ha provato il servizio (in passato o in occasione di questa indagine).

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Oltre due terzi di chi già conosceva il servizio ha trovato rapidamente un negozio più grande di 400 mq per consegnare il proprio RAEE e usufruito del servizio senza problemi. I negozi risultati più ricettivi sono stati Mediaworld (nel 31,1% dei casi), Euronics (18,4%) e Unieuro (15,6%).

È andato meglio a chi ha scoperto del servizio proprio tramite l’indagine: nell’83,7% dei casi il negozio è stato individuato senza problemi, con Mediaworld ancora in testa nella graduatoria dei negozi più ricettivi (30,8% dei casi), seguita da Euronics (29%) e Unieuro (22,5%).

I tempi di riconsegna? Rapidissimi. Il 43% ha impiegato meno di un minuto per conferire il suo vecchio apparecchio, mentre il 47,7% ci ha messo tra 1 e 5 minuti.

Il problema resta comunque l’informazione al consumatore, anche all’interno dei punti vendita: il 57% delle risposte ha segnalato l’assenza di cartelli informativi specifici.

Altra criticità segnalata da chi ha provato il servizio, la richiesta (non legittima degli addetti del negozio di fare un nuovo acquisto in cambio. In altri casi i rivenditori si sono rifiutati di effettuare il ritiro 1 contro 0 perché si ritenevano non obbligati a farlo. Ed è successo anche che nei punti vendita mancassero i cassonetti per la raccolta dei RAEE.