Rifiuti in plastica? Un problema anche per l’atmosfera

L’allarme del WWF, che fa 4 richieste al governo italiano.

Una petizione e quattro precise richieste al governo italiano. È la presa di posizione del WWF per arrivare davvero ad arginare la cascata di plastica che, sotto forma di rifiuti, si riversa in mare ogni giorno, in particolare nel periodo estivo, quando i turisti arrivano in massa nelle coste italiane.

Sotto accusa sono i rifiuti e i detriti in polietilene che, spiega il WWF citando una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica PlosOne, rilasciano gas serra quando restano esposti a sole e aria. Insomma, i rifiuti di plastica non sarebbero solo un (enorme) problema per l’ecosistema marino, con le sostanze tossiche che liberano in acqua e le microplastiche che finiscono nella catena alimentare. Stando appunto alla ricerca “Production of methane and ethylene from plastic in the environment” la plastica più comune che usiamo (e gettiamo) sotto forma di sacchetti, ma anche alcuni giocattoli, tappi, pellicole alimentari o flaconi per detersivi e alimentari, una volta rilasciata nell’ambiente libera sotto l’azione del sole, e soprattutto dell’aria, metano e etilene. Inoltre in acqua, dopo un periodo di almeno 150 giorni, la plastica produce anche idrocarburi gassosi.

Il WWF ha dunque lanciato una petizione su Change.org, in cui avanza quattro richieste al Governo, anche in vista della nuova legge contro la plastica annunciata dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa:

  1. Il Governo italiano faccia pressione sulla Commissione Europea perché divenga al più presto realtà la Proposta di Direttiva, annunciata il 28 maggio scorso, che chiede a tutti gli Stati membri di vietare 10 prodotti di plastica monouso (tra cui posate, piatti, cannucce, contenitori per alimenti e bevande), scongiurando un danno ambientale su scala europea di 22 miliardi di euro e ottenendo risparmi per i consumatori per 6,5 miliardi di euro entro il 2030.
  2. Venga introdotta nel nostro Paese una cauzione sugli imballaggi monouso che stimoli i consumatori a riconsegnare i piccoli imballaggi di plastica a circuiti ben congegnati che favoriscano il loro riciclaggio, diminuendo così i rifiuti, con l’obiettivo del 100% di imballaggi in plastica riciclabili o riutilizzabili entro il 2030.
  3. Siano messe fuori produzione in Italia le microplastiche da tutti i prodotti (a cominciare dai detergenti) entro il 2025, confermando il divieto delle microplastiche nei cosmetici dal primo gennaio 2020, stabilito dalla Legge di Bilancio 2018.
  4. Sia finanziato il censimento degli attrezzi da pesca “fantasma”, cioè dispersi in mare, e il loro recupero e il corretto smaltimento in adeguate strutture portuali.