Recycling Point al lavoro per l’economia circolare italiana

Il portale partecipa a tre tavoli di discussione organizzati da Kyoto Club, Comieco e Stati Generali della Green Economy.

Non solo informazione e servizi alle aziende, ma partecipazione attiva alla costruzione dell’economia circolare italiana. È questo Recycling Point, il portale della circular economy che dialoga sempre di più con associazioni e decision maker. I primi passi concreti sono stati fatti in tre tavoli di lavoro organizzati da Kyoto Club, Comieco e Stati Generali della Green Economy, su tre specifiche tematiche: recupero e riciclo, eco-innovazione nell’economia circolare e applicazione del Green Public Procurement a un anno dal codice appalti.

L’obiettivo del tavolo di lavoro “Recupero e Riciclo”, organizzato da Kyoto Club e Comieco, è l’elaborazione di un rapporto di sintesi sui flussi di materia e i nuovi prodotti, il potenziale ancora racchiuso nelle miniere urbane dei rifiuti, il dimensionamento economico e i benefici ambientali. A questo va aggiunto un report analitico con schede di dettaglio per ciascuna filiera di materiale, ispirato al “Bilan Nationale du Recyclage” pubblicato da ADEME, l’Agenzia francese per l’Energia e l’Ambiente. Le filiere da analizzare sono: alluminio, carta, ferro, inerti, plastica, rame, olii minerali, olii vegetali, tessili, vetro, legno, piombo (batterie) e pile. Il messaggio che si vuole dare è che l’economia circolare in Italia esiste e la filiera del riciclo ne è l’asse portante.

Punta al futuro il tavolo degli Stati Generali della Green Economy dedicato all’eco-innovazione, vero e proprio motore verso un nuovo modello di sviluppo che permetta di chiudere i cicli e rendere più efficiente l’uso delle risorse. In particolare, il gruppo sta analizzando i principali strumenti dell’eco-innovazione applicabili dal livello di prodotto al livello di processo e di sistema. Pertanto i punti cardine sono: la prevenzione; l’ecodesign e dunque la sostituzione con risorse rinnovabili o materiali riciclati, l’estensione della vita dei prodotti (maggiore riparabilità, facilità di disassemblaggio e riuso); la simbiosi industriale; il passaggio dal possesso del bene all’acquisto del servizio; il riuso di prodotti/componenti. Attenzione anche alla chiusura dei cicli, per evidenziare azioni/strategie/meccanismi innovativi in ottica integrata lungo la filiera. Focus infine sulla bioeconomia, con l’analisi delle potenzialità di utilizzo di biomassa per la chiusura dei cicli con il fine di promuovere la valorizzazione degli scarti, l’efficienza delle risorse.

Il gruppo di lavoro sul Green Public Procurement, sempre organizzato dagli Stati Generali della Green Economy, ha puntato i riflettori sul Codice degli appalti e sul recentissimo decreto che lo integra e lo corregge (dlgs n. 56 del 19 aprile 2017). È stato rilevato che, in generale, l’attenzione per il GPP e le richieste di supporto per applicarlo sono aumentate dopo l’emanazione del Codice, che quindi fa registrare effetti positivi. Permane tuttavia una notevole “disinformazione” della Pubblica Amministrazione (che non conosce la novità) accompagnata da una sottovalutazione del peso della novità.