P&G lancia lo shampoo che usa la plastica recuperata dagli oceani

Il flacone del marchio Head & Shoulders sarà composto per il 25% dal marine litter che infesta i mari di tutto il mondo.

Arriva il primo flacone di shampoo realizzato secondo i dettami dell’economia circolare: la bottiglia è fabbricata con una percentuale di circa il 25 per cento di plastica recuperata dagli oceani, dove galleggiando arriva a formare delle vere e proprie isole in movimento.

Il flacone, prodotto dalla Procter & Gamble per il marchio Head & Shoulders, verrà commercializzato in Francia dalla prossima estate e uscirà in tiratura limitata poiché non esistono ancora sistemi di raccolta di rifiuti marini in grado di gestire grandi quantitativi. È stato realizzato con la collaborazione di TerraCycle, società statunitense che raccoglie e avvia al riciclo i rifiuti più difficili da riciclare, e di Suez, gruppo francese specializzato nella gestione dei rifiuti e delle acque.

L’iniziativa, stando alle parole della multinazionale, nasce per sensibilizzare il pubblico sul problema dell’inquinamento oceanico, creare una domanda di plastica riciclata per sostenere progetti di pulizia dei litorali e incentivare quindi altre società ad intraprendere lo stesso percorso. “Crediamo che un marchio di shampoo leader nelle vendite debba anche essere leader nell’innovazione sostenibile, incoraggiando l’intera industria a fare altrettanto”, ha dichiarato Lisa Jennings, vice presidente di Head & Shoulders e responsabile della sostenibilità per la divisione Hair Care.

Ogni anno tra cinque e tredici milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, minacciando in maniera grave il delicato ecosistema marino. Una cifra impressionante che potrebbe aumentare di dieci volte entro il 2025. La plastica entra nella catena alimentare e viene ingerita da uccelli, balene, pesci, delfini e tartarughe. Un fenomeno che interessa noi umani da vicino, visto che molti di quei pesci finiscono sulle nostre tavole.

P&G aveva recentemente annunciato di voler diventare 100% circolare, eliminando completamente entro il 2020 gli scarti di produzione dalla sua rete mondiale che conta più di 100 siti produttivi.