Legno ed energia solare contro la siccità: la scoperta dell’Università del Maryland

Acqua purificata grazie a un blocco di legno con una faccia carbonizzata: il sistema si ispira al meccanismo degli alberi.

Una nuova soluzione tecnologica per sfidare la scarsità d’acqua con una serie di dispositivi che generano vapore grazie alla luce del sole in modo efficiente, semplice, accessibile, ecosostenibile, biodegradabile e, soprattutto, a basso costo. A trovarla è stato un gruppo di ingegneri dell’Università del Maryland che, ispirati dal processo in base al quale l’acqua viene trasportata dalle radici degli alberi fino alle foglie, hanno ideato dei sistemi per far passare l’acqua attraverso il legno, purificandola in modo tale da poter essere utilizzata in tutta sicurezza.

Il dispositivo inventato dagli ingegneri americano si basa sull’energia solare e su un blocco di legno poco più piccolo di una mano. Il sistema ricorda SolarSack, l’idea di due studenti di Architettura e Design dell’Università di Aalborg, in Danimarca.

Immaginate un contenitore di acqua sporca esposto al sole. Sulla superficie, galleggia un piccolo blocco di legno con la parte superiore di colore scuro per catturare i raggi del sole. Quando il sole scalda il legno, l’acqua si infiltra nei canali naturali del legno. La superficie scura la fa evaporare e, successivamente viene condensata e distillata. Il sale, così come le sostanze contaminanti, sono troppo pesanti per evaporare e rimangono in fondo.

Uno dei prototipi, stando a quanto pubblicato dalla rivista Advanced Materials, utilizza nanotubi di carbonio – strutture piccole e di colore scuro costruite in laboratorio – per rivestire una delle facce del cubo di legno e quindi scaldare l’acqua sottostante. Un altro prototipo usa invece nanoparticelle di metallo per raggiungere gli stessi risultati. In entrambi i casi, i sistemi sono efficienti ma i costi di produzione sono ancora alti. Un sistema alternativo è costituito dalla carbonizzazione del legno, che quindi viene bruciato.

Il team di ingegneri, con un test simile a quello per misurare l’efficienza delle celle solari, ha messo alla prova i dispositivi: quello più efficiente si è rivelato essere il blocco di legno con una delle facce carbonizzata (87 per cento di efficienza con 10 ore di luce solare). Questo prototipo è anche quello meno costoso da produrre: solo un dollaro per metro quadrato.