Discariche, procedura di infrazione UE contro l’Italia

41 siti non sono in regola e costituiscono un grave rischio per la salute e l’ambiente.

L’Europa bacchetta l’Italia sulla gestione dei rifiuti. La Corte di giustizia UE ha infatti fatto partire una causa di infrazione nei confronti della Penisola. Il motivo? La mancata bonifica e la mancata chiusura di 41 discariche che, secondo l’organo dell’Unione Europea che ha il compito di garantire l’osservanza del diritto comunitario, “costituiscono un grave rischio per la salute umana e per l’ambiente”.

Tutto ha inizio a maggio 2017, quando la Commissione Europea promuove contro l’Italia un’azione di inadempimento ritenendo che, dagli elementi forniti dall’Italia nel corso della fase pre-contenziosa della procedura, 44 discariche non fossero in regola con le norme comunitarie. Poi è stata la volta della Corte di giustizia europea, che ha fatto partire un accertamento per quanto riguarda il rispetto della normativa europea in materia ambientale. Nel dettaglio, l’Unione Europea ha fatto un elenco delle discariche già in funzione dal 16 luglio 2001 e che, in base al recepimento delle norme comunitarie, avrebbero dovuto essere dismesse o bonificate nel giro di 8 anni, dunque dal 16 luglio 2009. Due anni dopo, nel maggio del 2011, c’erano ben 102 discariche contestate in Italia. Nel 2015 il numero scende a 50, due anni dopo a 44. Nel 2018 si arriva a 41.

Ma perché una discarica può essere considerata fuorilegge? Le ragioni possono essere tante, e vanno dalla mancata separazione di rifiuti pericolosi, non pericolosi e inerti alla collocazione in discarica di rifiuti non trattati o pneumatici fuori uso.

Ci saranno delle sanzioni? No, almeno per il momento, “Al momento nessuna sanzione contro l’Italia viene (o può essere) richiesta – spiega la Corte in una nota – Tuttavia, appare opportuno evidenziare che, quando la Corte riconosce che uno Stato membro ha mancato ad uno degli obblighi ad esso incombenti in virtù del diritto dell’Unione, tale Stato è tenuto a prendere i provvedimenti che l’esecuzione della sentenza della Corte comporta”.