Riuso, piano per abbassare l’IVA al 10 per cento

Al via una proposta di legge per regolamentare il settore dell’usato.

Iva al 10 per cento per il settore del riuso. Ma non solo: si parla anche dell’istituzione di un tavolo permanente sul riutilizzo e della definizione della figura dell’operatore dell’usato. È questa, in estrema sintesi, la nuova proposta di legge il cui iter è stato appena avviato alla Camera dei Deputati.

La proposta di legge, a firma Movimento 5 Stelle (ma ce ne sono di simili arrivate dal PD e da LEU), accoglie buona parte delle istanze portate avanti da Rete ONU, il network nazionale degli operatori dell’usato. L’obiettivo della norma è regolamentare e rilanciare il settore italiano del riutilizzo: una novità che riguarda tutti quei soggetti che raccolgono e distribuiscono beni di seconda mano, dagli operatori ambulanti (attivi nei mercati delle pulci, nei mercati rionali e su strada, nelle fiere e nei mercati storici) ai negozi dell’usato in conto terzi e quelli dell’usato tradizionali (come le botteghe di rigatteria), passando per le cooperative del riuso, gli operatori della raccolta, del recupero e della distribuzione all’ingrosso di abiti usati ed elettrodomestici e i centri di riuso e gli impianti di preparazione per il riutilizzo.

Il settore impiega già circa 100 mila persone, che ogni anno riescono a recuperare 500 mila tonnellate di beni che vengono avviati al riutilizzo, garantendo il riuso di circa 8 kg di rifiuti per abitante e fatturando circa 2 miliardi di euro.

La Proposta di Legge n. 1065 (“Disposizioni per la disciplina dell’economia dei beni usati e la promozione del settore del riutilizzo, nonché istituzione del Tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo”) istituisce un codice di attività specifico, il Codice Ateco, che delinea in maniera chiara i soggetti su cui ricadranno i provvedimenti in materia fiscale, commerciale, urbanistica e ambientale.

Inoltre, è prevista l’istituzione, presso il Ministero dell’Ambiente, di un tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo, al quale parteciperanno enti Pubblici e associazioni rappresentative del settore. Compito del tavolo sarà promuovere accordi e politiche finalizzati a incrementare riutilizzo e preparazione per il riutilizzo.

Per prevenire i fenomeni di ricettazione e riciclaggio, gli operatori del settore dovranno adempiere a specifici obblighi di tracciabilità di beni usati. Saranno tutelati i mercati storici e ci saranno regole sull’insediamento degli operatori dell’usato nel territorio.

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Lo Stato sarà infine vincolato a intercettare fondi europei per sostenere il settore del riuso grazie a politiche di educazione e dei percorsi di formazione professionale degli operatori.

“Questa iniziativa – spiega Pietro Luppi, Portavoce di Rete Onu – contribuirà a sbloccare l’intercettazione delle 600 mila tonnellate di rifiuti riutilizzabili in buono stato che potrebbero essere reinseriti in circolazione; si tratta del 2% dell’intera produzione di rifiuti urbani che causa uno spreco di denaro pubblico di almeno 60 milioni di euro annui. Seguiremo con estrema attenzione tutto l’iter di discussione della legge e proporremo che vengano affrontate alcune questioni che per gli operatori dell’usato sono fondamentali, come ad esempio le difficoltà generate dalla richiesta di offerte economiche al massimo rialzo per affidare il servizio di raccolta di beni riutilizzabili”.

I numeri di Rete Onu riguardano i mercatini fisici e non tengono conto di settori peculiari, ma enormi, come quello delle auto usate, nonché di tutto ciò che viene messo in vendita tramite i canali online. Secondo una recente indagine di Mercatino, sono 7 milioni i prodotti usati venduti in un solo anno, con una ricaduta economica stimata di 40 milioni di euro.