Rifò, la startup che rigenera i vostri vecchi capi in cashmere

Il progetto parte da Prato, patria di cenciaioli e straccivendoli. Buoni sconto in cambio di indumenti usati.

Capi in cashmere riciclato, che danno nuova vita ai nostri vecchi indumenti. Succede a Prato, con il progetto di Rifò, una startup locale, che raccoglie abiti usati per recuperarne le fibre tessili, ripararli, rigenerarli e produrre nuovo abbigliamento.

Un ritorno all’antico, nella città toscana che fu patria dei cenciaioli, che recuperavano gli stracci e permettevano il riuso dei tessuti con le lane rigenerate.

Da adesso e per tutti i prossimi 10 mesi, se avete in casa capi usati – siano essi maglioni, sciarpe, cardigan o calzini – in 100 per cento cashmire usati o fin troppo usurati, potete mandarli a Rifò. I costi di spedizione sono totalmente a carico della startup, che voi scegliate di far venire il corriere direttamente a casa oppure portare il pacco in un ufficio postale. Se sono riparabili, Rifò ve li rimanderà a casa. In caso contrario, li trasformerà in nuovi capi d’abbigliamento, sfilacciandoli e lavorando gli scampoli di tessuto. In cambio, avrete un buono del valore di 10 euro per l’acquisto di un nuovo capo venduto da Rifò.

I capi in cashmire rigenerato Rifò possono essere acquistati online sul sito. In vendita anche t-shirt in cotone, fatte ognuna con un chilo di scarti di cotone e 4-5 bottigliette di plastica. Il cotone vergine è infatti una delle fibre più inquinanti dell’industria tessile: per la produzione di una t-shirt sono utilizzati 2700 litri d’acqua e tantissimi pesticidi. Rifò invece, per produrre una t-shirt, utilizza solo 30 litri di acqua.

Se l’idea vi è piaciuta e volete coinvolgere amici e vicini, potete diventare un punto di raccolta Rifò. L’importante è inviare un carico di almeno 10 chili. In questo modo, è possibile ricevere il 20 per cento di buoni in più su ogni spedizione effettuata.