Rifiuti, l’Europa chiede all’Italia un’imposta sulle discariche

Per la Commissione UE, nonostante i passi in avanti, restano delle carenze, in particolare nella gestione dei rifiuti al Sud.

L’Italia dell’economia circolare ha fatto miracoli negli ultimi 20 anni, ma deve migliorare ancora, in particolare nella gestione dei rifiuti e delle acque reflue al Sud, nella lotta all’inquinamento atmosferico al Nord e per le carenze nella designazione dei siti di interesse comunitario “Natura 2000”. A dirlo è il rapporto sull’attuazione delle politiche ambientali pubblicato dalla Commissione europea.

“L’Italia potrebbe introdurre un’imposta nazionale sulle discariche o armonizzare le sue imposte regionali per ridurre il conferimento in discarica” dei rifiuti, recita la raccomandazione della Commissione Ue contenuta nel Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali.

Con il 45% di rifiuti riciclati nel 2014, l’Italia si trova appena sopra la media europea nel riciclaggio e compostaggio. Il problema è che la situazione non è omogenea e in alcune zone il nostro Paese è ancora indietro.

“L’Italia – continua il report – registra un costante aumento nel riciclaggio e compostaggio e una diminuzione del conferimento in discarica dei rifiuti urbani, ma il dato sulla gestione dei rifiuti varia considerevolmente su tutto il territorio nazionale con dati più positivi al nord”. Il consiglio è quello di concentrarsi “sul miglioramento dell’efficacia della raccolta differenziata per aumentare i tassi di riciclaggio nelle regioni meno virtuose”.

L’Italia è anche uno dei 23 Stati europei messi sotto i riflettori della Commissione per la qualità dell’aria. Secondo il rapporto, nel 2013 oltre il 60% della popolazione urbana in Italia risiedeva in aree esposte a concentrazioni di PM10 al di sopra del limite giornaliero di 50 mg/m3 per più di 35 giorni in un anno. La media europea è pari al 16,3%. La causa principale sarebbe l’alto tasso di motorizzazione nelle città metropolitane e di media dimensione.

Il rapporto, pubblicato ogni due anni dalla Commissione, mostra anche alcuni punti di eccellenza italiani come gli approcci innovativi nei progetti “Life”, dedicati alla salvaguardia dell’ambiente e finanziati dall’Ue, e gli indicatori di “Benessere equo e sostenibile (Bes)” sviluppati da Istat e Cnel.