Recuperare plastica dai rifiuti elettronici, ecco il nuovo progetto italiano

Università di Brescia, Stena e Ecolight insieme per trovare una nuova tecnologia di riciclo. Stanziati 300 mila euro.

Trovare una nuova tecnologia che permetta di recuperare la plastica contenuta nei vecchi smartphone, tablet e altri piccoli elettrodomestici: tutti prodotti a fine vita che fanno parte dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti RAEE. Questo l’obiettivo del nuovo progetto congiunto del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università di Brescia, di Stena Technoworld, impianto di trattamento dei rifiuti elettronici, e di Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei RAEE.

Sul piatto sono già pronti 300 mila euro. La metà è stata finanziata dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del bando per il cofinanziamento di progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie di recupero, riciclo e trattamento dei RAEE.

Il progetto è molto specifico, come testimoniato dal titolo: “Separazione e selezione delle plastiche contenute nei RAEE di cui al raggruppamento 4 (piccoli elettrodomestici): innovazioni di processo e miglioramento delle percentuali di riciclo e recupero”. I rifiuti elettronici che rientrano in questo gruppo sono composti per oltre il 30 per cento del loro peso da plastica. A fronte di una raccolta che in Italia nel 2017 ha superato le 55.000 tonnellate di piccoli RAEE (appartenenti al raggruppamento 4), in crescita del 9 per cento rispetto all’anno precedente, il progetto va a considerare le 16.000 tonnellate di plastica che, una volta raccolte, devono essere sottoposte a trattamento e recupero.

Secondo i promotori dell’iniziativa, la gestione della plastica proveniente dai RAEE viene oggi penalizzata da alcuni fattori. In primo luogo, la grande diversità dei polimeri utilizzati rende sempre più complesso l’obiettivo di ottenere frazioni più omogenee e pulite riutilizzabili. In secondo luogo, la presenza di plastiche con ritardanti di fiamma bromurati impone la necessità di un ulteriore processo di separazione per massimizzare la componente riciclabile della plastica stessa. Il progetto di Ecolight, Università di Brescia e Stena Technoworld punta dunque a superare questi ostacoli.

Il progetto, che ha una durata di 18 mesi, prevede una fase iniziale di validazione del processo di flottazione attuale per caratterizzare le frazioni ottenute dalla separazione sia in termini di composizione merceologica (polimeri), sia di presenza di bromo. Quindi, analizzando alcuni campioni di plastica trattata, saranno studiate nuove tecniche per incrementare l’efficienza di separazione della plastica ottenuta e migliorare la qualità della materia finale.