Ogni cittadino europeo produce 200 kg di rifiuti pericolosi l’anno

Il dato diffuso alla vigilia della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che dura fino al 25 novembre.

Sono circa 200 i chili di rifiuti pericolosi prodotti ogni anno da ogni cittadino europeo utilizzando semplicemente beni di uso domestico. A rivelarlo sono i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, diffusi per lanciare la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), dal 17 al 25 novembre 2018. L’iniziativa, giunta alla decima edizione, quest’anno ha come tema proprio i rifiuti pericolosi.

Ma cosa sono i rifiuti pericolosi? Sono gli scarti che contengono elementi dannosi per la salute delle persone e per l’ambiente. Si tratta di una grande varietà di beni, che tutti noi utilizziamo ogni giorno: cosmetici, batterie, vernici, pesticidi, lampadine e apparecchiature elettriche ed elettroniche, vale a dire tutti i dispositivi che funzionano alimentati dalla corrente elettrica, dagli smartphone ai grandi elettrodomestici. Tutti prodotti che contengono elementi infiammabili, esplosivi o tossici.

Tante le iniziative previste in tutta Europa, con l’Italia tra le nazioni più attive. Le azioni registrate nel Paese sono 5.070, oltre 600 in più rispetto al 2017. La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che va da sabato 17 a domenica 25 novembre, è promossa dall’Unione Europea e coinvolge cittadini, istituzioni, associazioni, scuole e imprese in buone pratiche di riduzione dei rifiuti.

Nel 2018 le azioni sono state proposte da Pubbliche Amministrazioni (32,6%), Associazioni (31,2%), Scuole (17,6%), Imprese (12,5%) e Cittadini (6,1%). Le imprese, pur rappresentando solo un decimo del totale, contribuiscono per l’88% delle azioni registrate. Tra le aziende anche Intesa San Paolo.

Il Comitato promotore nazionale della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti è formato da CNI Unesco, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Utilitalia, Anci, Città Metropolitana di Torino, Città Metropolitana di Roma Capitale, Legambiente, AICA e Regione Sicilia. E proprio la presenza della Regione Siciliana, con lo sforzo di coordinamento realizzato dall’Ufficio speciale per la Raccolta differenziata, ha permesso di registrare un boom di adesioni nell’isola, che ha raccolto oltre 180 azioni da scuole, associazioni e istituzioni del territorio.