Milano, Prato e Bari: ecco le prime città circolari

Firmato al ministero dell’Ambiente un procotollo d’intesa per testare nuove soluzioni di economia circolare.

C’è il nord e c’è il sud. C’è la grande città e la piccola provincia. Sono Milano, Prato e Bari le tre città da cui parte il Protocollo d’intesa delle “Città per la circolarità”, test pilota per provare modelli di economia circolare urbana da replicare poi in altre realtà. L’accordo è stato firmato a Roma, presso il ministero dell’Ambiente, dal titolare del dicastero Gian Luca Galletti, il sindaco di Bari Antonio Decaro, il sindaco di Prato Matteo Biffoni e l’assessore alla Mobilità e all’Ambiente del Comune di Milano Marco Granelli.

L’obiettivo del protocollo d’intesa è dare il via a una collaborazione tra il ministero dell’Ambiente e le città di Bari, Milano e Prato per testare e promuovere iniziative congiunte, dimostrative e innovative su settori ad alto impatto ambientale: design dei prodotti e dei servizi; modelli di approvvigionamento di materie prime, di produzione e di distribuzione/commercializzazione più efficienti; estensione della vita utile dei prodotti e modelli di riuso; modelli di consumo sostenibili e attività di sharing economy; riciclo di risorse dai rifiuti.

“Le città, nel traguardo dell’economia circolare – osserva il ministro Galletti – rappresentano un tassello importantissimo. Non solo per i rifiuti, i rifiuti sono una parte importante, anche di questo Protocollo, ma non parliamo solo di rifiuti perché il tema dell’economia circolare è ben più ampio e riguarda tutto il ciclo produttivo”.

L’intesa permetterà di promuovere progetti con attività trasversali alle tre città. “Il protocollo – spiega Galletti – mira soprattutto allo scambio di buone pratiche fra le tre città ma anche alla promozione di progetti pilota che potranno poi essere cofinanziati anche da parte del ministero. Oggi cominciamo un percorso che vede tre città pilota in prima fila e io spero che questo progetto possa diventare, da pilota, un progetto per tutte le città d’Italia”.

I risultati di ogni iniziativa congiunta, attuata in base al protocollo, saranno resi pubblici e condivisi tramite i canali ordinari di comunicazione (eventi, sito web istituzionale, pubblicazioni ecc..), per rendere replicabili ed espandibili le diverse esperienze alle altre città, evidenziandone le caratteristiche peculiari per tipologia di realtà urbana o di modello adottato, la modularità, la trasferibilità e la scalabilità.

Le città firmatarie sono definite “pilota” in quanto per dimensione, caratterizzazione geografica, tipologia di esperienze accumulate sul tema dell’economia circolare sono tali da rendere maggiormente e più facilmente replicabili ed espandibili le iniziative che saranno attuate.

Fonte: Ministero dell’Ambiente