L’Europa deve terminare le vendite di auto a combustibili fossili entro il 2035

L’Europa deve terminare di vendere le sue auto a motore a combustione prima del 2035 se vuole raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, questo quanto stimato da una nuova analisi svolta dall’organizzazione per i trasporti e l’ambiente (T&E).

Diversi paesi dell’UE, come il Regno Unito e la Francia, hanno fissato il 2040 come termine per la cessazione delle vendite di auto a benzina e diesel. Ma la recente relazione di T&E suggerisce che il cambiamento dovrà avvenire molto più rapidamente in tutta Europa per rimanere in linea con gli obiettivi climatici.

Imposte sul carburante più elevate e tariffe stradali, insieme al car-sharing e alla crescita delle modalità di trasporto alternative, potrebbero aiutare a ridurre il numero di auto, contrastare la congestione e rendere le città più vivibili, sostiene il rapporto.

Ma queste misure ridurranno le emissioni solo del 28% entro il 2050, il passaggio a veicoli a emissioni zero risulta quindi indispensabile entro il 2035 per mantenere gli obiettivi di decarbonizzazione.

Thomas Earl, analista di dati di T&E, ha affermato che le rimanenti automobili a motore a combustione ancora sulle strade europee entro il 2050 dovranno essere bandite del tutto.

“Se vogliamo evitare pericolosi cambiamenti climatici, dobbiamo far avanzare il mercato delle auto elettriche molto più rapidamente dei regolamenti proposti”, ha affermato. “È inoltre fondamentale che l’imminente strategia di decarbonizzazione della Commissione europea tenga conto dei bilanci di carbonio di ciascun settore per garantire che ci siano misure politiche adeguate per non superarle”.

I rapporti arrivano lo stesso giorno in cui i risultati separati dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) tentano ancora una volta di negare il mito secondo cui i veicoli elettrici (EV) provocano emissioni di gas ad effetto serra elevate.

Il rapporto ha confermato che un veicolo elettrico tipico produce molto meno gas serra durante l’intero ciclo di vita della produzione e dell’uso rispetto a una macchina a benzina o diesel, anche se dipende dalle reti elettriche che sono ancora dominate dai combustibili fossili.

Le emissioni sono solitamente più elevate nella fase di produzione delle auto elettriche, conclude il rapporto dell’AEA, ma queste sono più che compensate dalle minori emissioni durante la fase di utilizzo.

Il rapporto stima che i gas serra derivanti dalla produzione e dall’uso di veicoli elettrici durante la loro intera vita sono circa il 17-30% inferiori rispetto alle emissioni di benzina e diesel.

Il rapporto dell’AEA sottolinea inoltre che le auto elettriche offrono “chiari vantaggi” per la qualità dell’aria locale poiché producono emissioni allo scarico pari a zero a livello stradale.

Il documento ha anche riconosciuto che la produzione di auto elettriche richiede materiali tossici e ad alta intensità energetica, tra cui l’estrazione e la lavorazione di rame, nichel e altre materie prime. Tuttavia, ha suggerito che gli impatti della produzione potrebbero essere ridotti al minimo riutilizzando e riciclando alcuni materiali e parti, in particolare le batterie.

Imperversato dai timori per l’inquinamento atmosferico, la popolarità dei veicoli diesel continua a precipitare, con le auto a benzina che diventano più popolari nel 2017 rispetto al diesel per la prima volta da quando è iniziato il monitoraggio nel 2010.

Ma la quota di energie rinnovabili nei trasporti – che tiene conto dei biocarburanti conformi ai criteri di sostenibilità – è ancora ben al di sotto degli obiettivi del 10% per il 2020. Finora, solo l’Austria e la Svezia hanno raggiunto tale soglia, secondo l’AEA.

I veicoli elettrici sono sempre più popolari, e la loro gamma migliorata e i loro costi in calo li rendono una valida alternativa per le auto con motore a combustione interna. Ma come mostrano i rapporti, la loro adozione a tutto spettro rimane dipendente da più ambizioni politiche e continui investimenti da governi e imprese.