L’elettronica diventa biodegradabile grazie al mais

Un gruppo di ricercatori ha modificato una bioplastica derivata dall’amido di mais per utilizzarla nei componenti elettronici.

La spazzatura elettronica cresce al ritmo incessante dell’innovazione tecnologica che ci fa cambiare dispositivo dopo poco tempo, con modelli sempre più performanti. Per combattere questo problema ambientale, un gruppo di ricercatori ha modificato una bioplastica degradabile derivata dall’amido di mais o da altre risorse naturali per utilizzarla in componenti elettroniche che, oltre a garantire le prestazioni dovute, siano anche eco-friendly. Lo studio è stato pubblicato su Industrial & Engineering Chemistry Research, giornale dell’American Chemical Society.

Gli studiosi hanno cominciato a sviluppare un materiale biodegradabile che possa essere utilizzato per substrati e isolanti elettronici partendo dall’acido polilattico, noto anche con l’acronimo PLA, una bioplastica che si può ottenere dall’amido di mais o da altre risorse naturale e che è già utilizzata nei settori degli imballaggi, dell’elettronica e dell’automotive.

Il PLA in sé, però, è fragile e infiammabile e non ha le proprietà elettriche in modo tale da essere un buon substrato o isolante elettronico. Ma i ricercatori hanno scoperto che la fusione di nanoparticelle a struttura metallica-organica con PLA ha prodotto un film trasparente con proprietà meccaniche, elettriche e ritardanti di fiamma che rendono il materiale un promettente candidato per l’uso nell’elettronica.

Nel 2014, i consumatori di tutto il mondo hanno buttato circa 42 milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti RAEE, secondo un rapporto dell’Università delle Nazioni Unite. Ciò costituisce una minaccia per l’ambiente e per l’uomo perché i prodotti elettronici sono costituiti da molti componenti, alcuni dei quali sono tossici o non degradabili.

Fonte: Science Daily