K-Alma, la falegnameria che con gli scarti costruisce inclusione sociale

Ricostruire una vita, costruendo un lavoro: l’artigianato circolare che cambia la vita ai migranti.

A Testaccio, nel cuore di Roma, si nasconde un’impresa che unisce artigianato, innovazione e accoglienza. È la falegnameria K-Alma, un’officina sociale che da maggio 2017 opera per coinvolgere migranti – e non solo – in un processo di inclusione lavorativa.

L’associazione promotrice del progetto (K-Alma) nasce nel 2016 da un gruppo di persone di cittadinanza mista. Opera nella promozione di progetti mirati alla diffusione di nuove pratiche collaborative, di condivisione di saperi e strumenti. Punta a sostenere l’inclusione di soggetti svantaggiati con progettualità tese all’eco-sostenibilità.

La Falegnameria Sociale K-Alma, frutto di un’ispirazione arrivata a Berlino e maturata in Trentino Alto-Adige, ha uno spirito circolare. Fa infatti ricorso a materiali di scarto, legname di provenienza e natura diversa, per le lavorazioni. Nella bottega si tengono workshop e attività di sensibilizzazione rivolte alla clientela sul tema dell’economia del riuso e del riciclo.

Ma la rincorsa alla sostenibilità non si limita a ciò che la falegnameria offre ai suoi fruitori. Gli stessi allestimenti dello spazio sono stati scelti per minimizzare l’impatto. E l’attività ha evitato di acquistare un mezzo di trasporto proprio: gli spostamenti si ottimizzano con lo scambio di servizi. Un moderno e consapevole baratto di prestazioni.

La filosofia del fare, dell’impegnarsi in prima persona e riuscire anche ad autocostruire è il motore dell’attività di K-Alma. Con Greenpeace Italia, uno dei principali attori del mondo ambientalista nazionale, l’associazione ha preso parte al Make Something Day, una giornata di sensibilizzazione sul riciclo creativo.

Ci si conosce, da K-Alma, si imparano mestieri antichi e nuove culture. Si praticano strategie innovative di integrazione grazie alla formazione di richiedenti asilo ancora in fase di accoglienza. In una società sempre più digitale, la materia e la sua lavorazione tornano a creare valore.

Articolo realizzato da: Agnese Metitieri