Italia: solo cotton fioc compostabili e stop a microplastiche

Dal 2019 divieto di vendita per i bastoncini in plastica, dal 2020 basta cosmetici con microplastiche.

L’Italia dice stop ai cotton fioc non biodegradabili a partire dal 2019. L’annuncio arriva dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che conferma quanto prospettato dal precedente governo con l’emendamento di Ermete Realacci del Partito Democratico alla manovra, riformulato e approvato dalla Commissione Bilancio della Camera a fine 2017.

“La legge di bilancio per il 2018 ha previsto che dal primo gennaio 2019 sia vietato commercializzare e produrre sul territorio nazionale i bastoncini per la pulizia delle orecchie che abbiano il supporto in plastica o comunque in materiale non biodegradabile e compostabile e sia obbligatorio indicare sulle confezioni informazioni chiare sul corretto smaltimento dei bastoncini stessi”, ha spiegato il ministro Sergio Costa rispondendo al question time alla Camera a un’interrogazione di alcuni deputati del Movimento 5 Stelle sui provvedimenti del governo contro le plastiche in mare.

“Dal primo gennaio 2020 – ha aggiunto Costa – sarà inoltre vietato mettere in commercio prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche“.

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Il ministero dell’Ambiente,specifica Costa, “è impegnato nella definizione di una proposta normativa che preveda delle soluzioni efficaci alla problematica dei rifiuti abbandonati in mare. Tale provvedimento si propone, in particolare, di agevolare il conferimento da parte dei pescatori dei rifiuti raccolti in mare accidentalmente durante le operazioni di pesca e garantirne una corretta gestione a terra, incentivare campagne volontarie di pulizia del mare e promuovere campagne di sensibilizzazione”.

Quello dei cotton fioc e in generale dei prodotti da bagno è un problema che diventa visibile d’estate nelle spiagge italiane. Nel 2016 Legambiente, con la sua campagna Goletta Verde, ha trovato quasi 7 mila tra assorbenti, salviette, blister e cotton fioc in 46 lidi della Penisola. Sul banco degli imputati i sistemi di depurazione delle acque, ma anche la cattiva abitudine di gettarli nel water.