Italia, meno rifiuti urbani e meno discariche

Gli ultimi dati nel rapporto Rifiuti Urbani 2018 di Ispra. Ma gli obiettivi UE sono ancora lontani.

Scende la produzione di rifiuti urbani in Italia: nel 2017 è stata di 29,6 milioni di tonnellate, in calo dell’1,7 per cento rispetto all’anno precedente. E, altra buona notizia, a diminuire è anche la quantità di rifiuti che arrivano in discarica: 6,9 milioni di tonnellate, -6,8 per cento rispetto al 2016. Sono 11 i siti in meno rispetto all’anno precedente, anche se i problemi persistono, come testimoniato dalla recente procedura di infrazione UE contro l’Italia. I dati sono dell’ultimo Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Nel dettaglio, tra il 2015 e il 2016 era stato riscontrato un aumento nella produzione dei rifiuti, sul quale – nota l’Ispra – aveva anche influito il cambiamento della metodologia di calcolo (inclusione nella quota dei rifiuti urbani dei rifiuti inerti derivanti da piccoli interventi di manutenzione delle abitazioni). Poi, tra il 2016 e il 2017, la contrazione. In generale, dopo il brusco calo del biennio 2011/2012 – in concomitanza con la crisi, la contrazione dei valori del prodotto interno lordo e dei consumi delle famiglie – la produzione si mantiene su valori quasi sempre inferiori a 30 milioni di tonnellate.

Il calo si riscontra in tutte le macroaree geografiche, risultando pari al -2,2% nel Sud, al -2% nel Centro e al -1,4% nel Nord. La maggiore contrazione si osserva per l’Umbria (-4,2%), seguita da Molise (-3,1%), Basilicata (-2,8%) e Toscana (-2,7%).

Nel 2017 la raccolta differenziata in Italia ha raggiunto la percentuale di 55,5%. Il dato non è omogeneo: al Nord i valori sono più alti (66,2%), più bassi al Sud (41,9%), con il Centro Italia che si colloca poco al di sotto della media nazionale (51,8%).

Sono 5 le regioni italiane che tra 2016 e 2017 hanno fatto un salto di oltre 6 punti nella percentuale di raccolta differenziata, anche se rimangono sotto il valore medio nazionale (55,5%): si tratta di Basilicata (45,3%), Puglia (40,4%), Calabria (39,7%), Molise (30,7%) e Sicilia (21,7%).

Il valore più alto in Italia di raccolta differenziata viene raggiunto dalla provincia di Treviso con l’87,8%, seguita da Mantova (86,6%), Belluno (83,4%) e Pordenone (81,6%). Tutte in Sicilia, invece, le più basse percentuali di raccolta differenziata provinciali: è ancora Enna fanalino di coda (11,3%), mentre a Siracusa (15,3%) e Palermo (17,3%) si è avuta una crescita delle percentuali di 6 punti nell’ultimo anno.

E gli obiettivi UE? C’è ancora da lavorare. Con l’emanazione della direttiva 2018/851/UE sono stati introdotti ulteriori obiettivi per la preparazione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti. Gli obiettivi sono: 50% al 2020, 60% al 2030 e 65% al 2035. In Italia, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio si attesta al 43,9%, considerando tutte le frazioni contenute nei rifiuti urbani, e al 49,4%, effettuando il calcolo per le seguenti specifiche frazioni: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno.

Consulta il Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra