Hoverboard e bici elettriche: arrivano i nuovi rifiuti elettronici

Dal 15 agosto tanti nuovi prodotti rientrano nella normativa RAEE: ecco cosa cambia.

Chiavette USB, prese, prolunghe, avvolgicavi, stufe a pellet, ma anche nuovi mezzi di trasporto come bici elettriche, hoverboard e segway. Dal 15 agosto questi e tanti altri prodotti sono ufficialmente apparecchiature elettriche ed elettroniche. Cosa cambia? Che rientrano ufficialmente nella normativa RAEE, acronimo che sta per rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Una rivoluzione che modifica nell’immediato quel che devono fare i produttori e gli importatori di questi beni e quello che devono fare chi questi prodotti li ha acquistati e, prima o poi, se ne deve disfare.

Nella normativa RAEE già rientrano tutti i tipi di elettrodomestici, dai televisori alle lavatrici, passando per lavastoviglie e condizionatori, e l’elettronica di consumo come tablet, smartphone, personal computer. In altri termini, tutto ciò che funziona grazie alla corrente elettrica. Tutti questi prodotti sono disciplinati dal Decreto Legislativo 49 del 2014, che già al tempo prevedeva un allargamento ad altre categorie di prodotti. Le novità sono già scattate il primo gennaio 2018, con l’ingresso dei gruppi di continuità (gli UPS), i sistemi di sorveglianza, gli inverter e i contatori elettronici del gas. Dal 15 agosto 2018 è scattata la definitiva transizione verso quello che la norma definisce come Open Scope, con un lungo elenco che include sensori, prese, cavi, fusibili, prolunghe e una serie di dispositivi elettrici ed elettronici finora non citati dalla legge.

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Cosa cambia, in pratica?

Cominciamo da chi questi prodotti li fabbrica o li importa in Italia. Questi soggetti, in base alla normativa italiana che recepisce quella europea, sono responsabili per la gestione del fine vita dei prodotti che immettono sul mercato, finanziando le attività di raccolta e riciclo.

Da un punto di vista pratico, devono iscriversi al Registro AEE, il Registro Nazionale dei Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, comunicare ogni anno il quantitativo dei prodotti venduti nel mercato italiano dell’anno precedente, marcare il prodotto per rendere individuabile il produttore e apporre il simbolo del “cassonetto barrato” per facilitarne la raccolta differenziata, e, soprattutto, garantire il finanziamento di una corretta gestione del fine vita, dalla raccolta al trattamento o recupero, del prodotto immesso sul mercato, aderendo a un Sistema Collettivo di raccolta esistente o costituendo un sistema individuale.

E chi quei prodotti li ha acquistati e deve disfarsene? Le possibilità sono tre. La prima è portarli presso l’isola ecologica, il centro di raccolta comunale, depositandoli nei contenitori indicati dagli operatori. Inoltre, da pochi anni è possibile consegnarli presso il negozio dove si acquista un prodotto equivalente. La terza opzione riguarda i piccoli RAEE, quelli il cui lato più lungo non supera i 25 centimetri: in questo caso, è possibile consegnarli presso un grande negozio (la superficie espositiva deve essere di almeno 400 metri quadri) senza aver l’obbligo di fare un nuovo acquisto.

In realtà la questione è un po’ più complessa. Un elenco esaustivo dei nuovi RAEE, quelli che lo sono diventati dal 15 agosto, ancora non c’è. Per orientarsi, conviene collegarsi al sito del Comitato di Vigilanza e Controllo sui RAEE istituito presso il ministero dell’Ambiente.