Green Alley Award, ecco le 6 startup europee dell’economia circolare

C’è anche l’italiana Ecoplasteam tra le giovani imprese selezionate dal premio europeo per le startup dell’economia circolare. La premiazione il 18 ottobre.

Sono sei le startup finaliste del Green Alley Award, il premio europeo per le giovani aziende che mettono in atto l’economia circolare. Tra queste, c’è anche un’italiana, la piemontese Ecoplasteam, di cui abbiamo già scritto su Recycling Point.

Le imprese finaliste di questa edizione del Green Alley Award, che premia le realtà europee che forniscono soluzioni innovative sul fronte della circular economy e in particolare della prevenzione e della riduzione dei rifiuti, provengono da Germania, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Austria e Repubblica Ceca. Tante le innovazioni proposte, dal settore alimentare agli imballaggi biodegradabili. Per conoscere la startup vincitrice della competizione, che si aggiudicherà un premio di 25 mila euro, bisognerà aspettare la cerimonia di premiazione del 18 ottobre a Berlino.

Al Green Alley Award hanno partecipato 215 imprese provenienti da 30 stati del Vecchio Continente. Quest’anno il concorso prevede le seguenti categorie: innovazione nel settore dei rifiuti, che ha raccolto il 37% delle idee di business; innovazioni e nuove tecnologie di riciclo (anche in questo caso un altro 37% delle candidature); soluzioni digitali per l’economia circolare (il restante 26% dei casi). Di queste 251 startup ne sono rimaste solo sei. Eccole.

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Come anticipavamo, una è l’italiana Ecoplasteam, che ha brevettato EcoAllene, un materiale plastico che deriva dal riciclo dei cosiddetti “rifiuti poliaccoppiati”, ovvero formati da un film plastico e un film metallico. EcoAllene, che si ottiene riciclando prodotti altrimenti destinati ad incenerimento o discarica, può essere utilizzato in molteplici produzioni, dalle suole delle scarpe alle strutture delle scope, passando per pavimentazioni, oggetti d’arredamento e film o lastre termoformate.

Per la Germania è presente Superseven, che con il marchio Repaq sviluppa imballaggi a pellicola totalmente biodegradabili, realizzati in cellulosa compostabile e adatti all’uso alimentare.

L’austriaca Refurbed si occupa di ricondizionare i vecchi dispositivi elettronici, facendoli tornare come nuovi grazie a una squadra di tecnici.

Minimum Waste, startup della Repubblica Ceca, ha sviluppato una tecnologia che consente a rivenditori e consumatori di generi alimentari di comprare e vendere senza utilizzare gli imballaggi: i produttori inviano la merce ai distributori in contenitori riutilizzabili, dai quali i consumatori possono prendere i generi alimentari secondo le quantità che desiderano.

L’olandese Circular IQ raccoglie e aggrega i dati di tutta la filiera produttiva di un materiale e permette alle imprese di monitorare e ottimizzare la sostenibilità dei prodotti.

Aeropower, dalla Gran Bretagna, ha invece ideato un materiale isolante biodegradabile per gli imballaggi, realizzato con materiali provenienti da riciclo e che può sostituire le scatole termiche in polistirene.