G7 Ambiente: il clima cambia, gli USA no

Approvato un documento unanime, con una postilla: Washington non aderisce alla sezione relativa ai cambiamenti climatici.

Una dichiarazione all’unanimità, con la macchia della postilla degli Stati Uniti, che non aderiscono alla sezione relativa al cambiamento climatico e alle banche di sviluppo. Si conclude così il G7 Ambiente di Bologna: un documento che trova tutti d’accordo su tutto – dalla finanza sostenibile, all’economia circolare passando per il marine litter – salvo il clima, con Washington che da una parte dice sì alla riduzione delle emissioni di gas, ma fuori dagli accordi di Parigi.

Nella due giorni bolognese si sono riuniti attorno a un tavolo Italia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti e Canada, con la partecipazione anche di Cile, Etiopia, Maldive e Ruanda. I riflettori erano tutti puntati su Scott Pruit, direttore dell’EPA, l’Agenzia federale per l’Ambiente USA, che rappresentava la Casa Bianca e che ha lasciato il summit il primo giorno.

“Poteva essere il G7 della rottura – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente italiano Gian Luca Galletti – e invece è stato quello del dialogo. Il documento finale è stato approvato all’unanimità in piena condivisione nonostante la diversità di opinioni. Ci siamo adoperati per costruire ponti e non alzare muri”.

“L’Ue – dichiara Karmenu Vella, commissario Ambiente e Clima dell’Ue – si rammarica dell’annuncio di Trump. L’Unione europea non rinegozierà l’accordo di Parigi e siamo determinati ad attuarlo in modo celere ed efficace. Come ha detto Juncker, il pianeta continuerà ad essere la nostra priorità”.

“L’accordo di Parigi non è l’unica strada per fare progressi – ha precisato Scott Pruitt, direttore dell’EPA – il nostro impegno per le conversazioni oneste rappresenta la pietra angolare di un dialogo internazionale costruttivo”.

“Il G7 ambiente di Bologna ha confermato, con la necessaria abilità diplomatica della dichiarazione finale a Sei più Uno, la linea emersa a Taormina: gli Usa sono isolati e i Sei andranno avanti con gli impegni sul clima assunti con l’Accordo di Parigi, che non sono rinegoziabili – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera – L’impegno per il clima è fondamentale, è una sfida in cui l’Europa vista a Taormina, quella di Merkel, Macron e Gentiloni, può svolgere un ruolo da protagonista insieme alla Cina. Come quell’Europa che fu determinante per l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto contro gli USA di Bush grazie anche alla capacità di Romano Prodi che coinvolse la Russia. L’Italia può avere una funzione importante proponendo politiche coerenti con gli impegni europei e ambiziose in tutti settori. La stesura della nuova Strategia Energetica Nazionale, su cui si è aperta una consultazione pubblica e un confronto in Parlamento, è un primo banco di prova per definire la direzione di marcia”.

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