Edifici a emissioni (quasi) zero entro il 2050: la scommessa dell’Europa

Il Parlamento UE dà il via libera alla nuova direttiva. Le nuove costruzioni dovranno essere efficienti e smart.

Le nuove abitazioni del Vecchio Continente dovranno essere più sostenibili. Il Parlamento europeo ha infatti approvato in via definitiva la proposta di aggiornamento della direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (direttiva 2010/31/Ue), una delle otto proposte legislative del pacchetto “energia pulita per tutti gli europei” presentato dalla Commissione europea a novembre 2016 e la prima ad avere l’ok degli eurodeputati.

L’aggiornamento della direttiva prevede nuove regole per ridurre i consumi energetici e le emissioni del parco immobiliare europeo. L’obiettivo finale è avere edifici a emissioni quasi zero entro il 2050. Una questione meramente ambientale? Non solo. La mossa dovrebbe creare nuovi posti di lavoro nel settore delle ristrutturazioni e dell’edilizia, che genera all’incirca il 9% del PIL europeo, rappresenta 18 milioni di posti di lavoro e, assorbendo il 40% dell’energia finale, è  il più grande consumatore unico di energia d’Europa.

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La strada per avere edilizia a emissioni quasi zero entro il 2050 è ancora lunga. Oltre al via libera di Bruxelles, servirà il sostegno dei Paesi membri che dovranno elaborare tabelle di marcia nazionali per la decarbonizzazione degli edifici. Sarà necessario intraprendere delle misure per accelerare il tasso delle ristrutturazioni verso sistemi energeticamente più efficienti e per migliorare le prestazioni dei nuovi edifici, rendendoli più smart.

Ad oggi, circa il 75% degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico. Inoltre, una percentuale minima dello stock immobiliare – che varia tra lo 0,4 e l’1,2% – viene rinnovata ogni anno.
Ecco le novità previste dall’aggiornamento della direttiva:

  • utilizzo di tecnologie ICT e smart per rendere efficienti gli edifici
  • realizzazione in ogni edificio di punti di ricarica per veicoli elettrici
  • introduzione di un “indicatore smart”, che sia in grado di valutare la capacità degli edifici di migliorare la propria operatività e l’interazione con la rete per adattarsi alle esigenze di chi ci abita
  • rafforzamento delle strategie a lungo termine per ristrutturare gli edifici
  • finanziamenti pubblici e privati

E ora che succede? Nelle prossime settimane ci dovrebbe essere il via libera del Consiglio dei Ministri europeo. Successivamente, la direttiva aggiornata potrà essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione e, dopo 20 giorni, entrare in vigore. Poi la palla passa agli Stati membri, che dovranno recepirla entro 20 mesi.