Ecoreati: boom nel 2017

Reati ambientali aumentano del 140% in un anno. 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati.

Il 2017 è stato un anno record per i crimini contro l’ambiente. Sono 538 le ordinanze di custodia cautelare emesse per reati ambientali nel 2017, il 139,5% in più rispetto all’anno precedente. E in Italia non ci sono mai state tante inchieste sui traffici illeciti di rifiuti.Impennata di reati oppure sta iniziando a emergere quanto è sempre successo? La risposta non è semplice, quel che è certo sono i numeri contenuti nel Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente.

Il forte aumento è in parte dovuto alla più ampia applicazione della legge 68 del 2015, il provvedimento Ecoreati che inserisce nel codice penale i crimini ambientali. Secondo i dati del ministero della Giustizia, nel 2017 sono stati 158 gli arresti per i delitti di inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica, con 614 procedimenti penali avviati, contro i 265 dell’anno precedente.E poi c’è l’incremento delle attività delle forze dell’ordine contro chi commette traffico illecito di rifiuti: 76 inchieste per traffico organizzato contro le 32 del 2016, 992 trafficanti denunciati e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati (otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate dell’anno precedente). Il settore dei rifiuti è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24%.

Secondo le cifre contenute nel Rapporto Ecomafia, il fatturato delle mafie con i crimini ambientali è salito a quota 14,1 miliardi di euro, una crescita del 9,4%, dovuta soprattutto alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale.

In cima alla lista dei nemici dell’ambiente c’è la corruzione, soprattutto quando si parla di sfruttamento illegale delle risorse ambientali. “L’alto valore economico dei progetti in ballo e l’ampio margine di discrezionalità in capo ai singoli amministratori e pubblici funzionari, che dovrebbero in teoria garantire il rispetto delle regole e la supremazia dell’interesse collettivo su quelli privati – scrivono i redattori del Rapporto – crea l’humus ideale per le pratiche corruttive.”

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“I numeri di questa nuova edizione del rapporto Ecomafia – spiega il presidente di Legambiente Stefano Ciafani dimostrano i passi da gigante fatti grazie alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale, ma servono anche altri interventi, urgenti, per dare risposte concrete ai problemi del paese. La lotta agli eco criminali deve essere una delle priorità inderogabili del governo, del parlamento e di ogni istituzione pubblica, così come delle organizzazioni sociali, economiche e politiche, dove ognuno deve fare la sua parte, responsabilmente.”

“Contiamo – continua Ciafani – sul contributo del ministro dell’ambiente Sergio Costa e sulla costruzione di maggioranze trasversali per approvare altre leggi ambientali di iniziativa parlamentare come avvenuto nella scorsa legislatura. Noi lavoreremo perché tutto questo avvenga nel più breve tempo possibile, continuando il nostro lavoro di lobbying per rendere ancora più efficace la tutela dell’ambiente, della salute dei cittadini e delle imprese sane e rispettose della legge”.

Per maggiori informazioni, visita il sito dedicato al Rapporto