Economia circolare del fosforo, innovazione europea a guida italiana

Il fosforo è fondamentale per l’agricoltura e l’uomo, eppure è al tempo stesso considerato dall’Unione Europea una materia critica, a causa delle difficoltà di reperimento da un lato e della pericolosità legata alla sua dispersione nell’ambiente dall’altro.

Per trovare una soluzione gli esperti del settore si sono riuniti l’8 e il 9 novembre, nell’ambito di Ecomondo.

Presso Rimini Fiera si è infatti svolto il terzo European Nutrient Event, co-organizzato dall´azione di innovazione europea Horizon2020 SMART-Plant, dall´European Sustainable Phosphorus Platform, dalla Piattaforma Italiana del Fosforo e dal Gruppo HERA.

Dopo gli incontri di Berlino nel 2015 e Basilea nel 2017, a Rimini si è fatto il punto sui Paesi dell’area del Mediterraneo, a cominciare dall’Italia, dove sarà a breve istituita, come previsto dall’ultima legge di Bilancio, la Piattaforma Italiana del Fosforo. L’obiettivo è incoraggiare una legislazione adeguata e sempre più necessaria per il recupero e riuso del fosforo attraverso l’introduzione di modelli di gestione circolare dei cicli di depurazione delle acque reflue e dei rifiuti. I modelli possono essere Paesi come la Germania, Svizzera, Finlandia, Svezia e Danimarca, che hanno già fatto leggi sull’obbligo del recupero e gestione sostenibile del fosforo.

Le tecnologie per il recupero di fosforo ed altri materiali di valore dal trattamento delle acque reflue sono oggi già disponibili e in corso di validazione presso impianti di depurazione esistenti, in Italia ed Europa. Il problema, secondo gli addetti ai lavori, sono le barriere e le incertezze normative.

“Oggi la tecnologia sostenibile raggiunta da progetti come SMART-Plant – spiega Francesco Fatone, docente dell´Università Politecnica delle Marche e coordinatore del progetto europeo SMART-Plant – dimostra che è possibile trasformare i depuratori in impianti di recupero di materie rinnovabili che abbiano un valore ed un mercato: è necessario lavorare per riconoscere questo valore economico circolare, appurando al tempo stesso la sicurezza per la salute e per l´ambiente”.

L’esempio citato è l’impianto inaugurato lo scorso 12 febbraio a Carbonera, in provincia di Treviso: il più grande impianto dimostrativo in funzione in depuratori urbani in grado di recuperare, grazie ad innovative tecnologie, circa 1 chilogrammo al giorno di bioplastiche e 300 grammi di struvite (sale di fosforo) da fanghi di depurazione.

SMART-Plant è un progetto europeo da 10 milioni di euro, a coordinamento italiano e finanziato nell’ambito dei progetti Horizon 2020, che punta a efficientare energeticamente gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane e convertirli contestualmente in motori di economia circolare. L’obiettivo è recuperare il valore delle acque reflue: cellulosa, biopolimeri, fosforo le materie che si possono ottenere, per produrre bio-compositi, bio-fertilizzanti, bio-combustibili.