Differenziata in vacanza: come funziona?

I consigli del Consorzio Compostatori per gestire i rifiuti organici anche in villeggiatura.

Vi trovate lontano da casa, possibilmente in vacanza, ma non volete dimenticarvi di essere prima di tutto dei bravi cittadini attenti all’ambiente? Non volete arrendervi di fronte a un altro comune con regole diverse per la raccolta differenziata rispetto al vostro? Vi serve agire, e subito. Anche perché il sacchetto dell’umido non potrà stazionare troppo in casa, complici i 40 gradi all’ombra. Per aiutarvi, il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) ha pubblicato un vademecum con una serie di consigli per gestire correttamente l’organico: dal sacchetto giusto ai modi per utilizzare il compost, passando per le ricette “salva-avanzi”.

Innanzitutto bisogna partire con il sacco giusto. Per un corretto trattamento dei rifiuti organici è necessario utilizzare i sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile certificati a norma UNI EN 13432 in carta o in bioplastica. Per riconoscere un sacchetto conforme alla legge bisogna controllare se riporta le scritte “biodegradabile e compostabile” e quella dello standard europeo UNI EN 13432:2002 e il marchio di un ente come il CIC stesso. Da evitare assolutamente le buste di plastica tradizionale che per legge non possono essere utilizzate per la raccolta del rifiuto organico: la plastica tradizionale infatti risulta indigesta ai microrganismi che trasformano gli scarti alimentari in compost e quindi non può essere riciclata nella filiera del recupero del rifiuto organico.

Poi c’è il contenitore per il sacco, che deve essere aerato e traforato per evitare cattivi odori in casa: in questo modo si consente l’evaporazione della condensa e di conseguenza la riduzione del volume del rifiuto umido, con una perdita del peso fino al 15%, e degli odori. Grazie all’aerazione i rifiuti non fermentano, si evita la formazione di liquidi e aumenta la resistenza dei sacchi compostabili in quanto si mantengono sempre asciutti all’interno del secchiello.

Poi c’è la grande domanda: cosa buttare nell’umido? Con l’umido, spiega il Consorzio Compostatori, possono essere raccolti tutti gli scarti di preparazione dei cibi, sia di tipo vegetale che animale. A questi vanno aggiunti anche i resti di cibo secco degli animali domestici, nonché i fiori appassiti o morti che possono rientrare nel processo di compostaggio, tornare alla terra e contribuire a nuove fioriture. Anche il sughero è un materiale naturale e biodegradabile, quindi i tappi in sughero possono essere avviati al compostaggio. Non vanno invece raccolti con l’umido oggetti in vetro, metallo, plastica, lattine.  Scarti di legname trattato o verniciato non sono idonei al compostaggio.

Non perdere nessuna news!
Iscriviti al nostro ECObot di Facebook Italiano! 🇮🇹

Niente spam! La odiamo quanto voi

Prima però, è meglio cercare di ridurre al minimo i rifiuti. Per evitare di produrne in eccesso, in estate bisogna fare particolarmente attenzione al cibo: il caldo può accelerarne il deterioramento, soprattutto nel caso di frutta e verdura. Si consiglia di mettere gli alimenti che vanno conservati a temperatura ambiente in luoghi freschi e al riparo dal sole.

Inoltre, bisogna evitare gli sprechi in cucina. Prima di gettare gli avanzi nell’umido, è sempre meglio chiedersi come riutilizzarli. La frutta avanzata o troppo matura può essere utilizzata in ottime macedonie, mentre piccole quantità  avanzate di verdura possono essere mischiate in una ricca insalata. I pomodori possono essere seccati in forno, oppure al sole, cosparsi di olio ed erbe e poi conservati poi in un barattolo coperti di olio.

Una volta riempito il sacco, si pone il problema di come buttare l’umido. Prima di gettare i rifiuti organici nel sacchetto, si consiglia di sgocciolarli e di non pressarli: meglio ridurre a pezzetti quelli più voluminosi.

Infine, il dilemma di dove buttare l’umido. Le regole cambiano da comune a comune. In questo caso è utile informarsi da chi vi ha affittato l’appartamento o contattare il comune o l’azienda di igiene urbana locale per essere informati sulle modalità  di raccolta o sui giorni di passaggio dei mezzi.

A volte, però, basta uno smartphone. Sono tanti i comuni negli ultimi anni hanno messo a disposizione delle app dedicate alla raccolta differenziata, per segnalare dove buttare le tipologie di rifiuto, fornire i giorni di raccolta dei rifiuti presso le abitazioni, indicare l’ubicazione delle piattaforme ecologiche, informare sul lavaggio delle strade. Per verificarne l’esistenza, basta dare un’occhiata al sito del comune.

È proprio necessario seguire tutte queste regole? Sì, considerato che non si tratta di grandi sacrifici e pensando soprattutto al risultato finale. Una volta avviati negli impianti di compostaggio, i rifiuti organici si trasformano in compost, un fertilizzante naturale che può essere utilizzato per restituire sostanza organica alla terra.