Biometano dal surplus energetico delle fonti rinnovabili

L’ENEA al lavoro per produrre biometano dall’energia elettrica: già pronti gli impianti pilota.

Un progetto italiano per trasformare l’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili in un combustibile pulito da utilizzare per autotrasporto o per uso domestico. Si chiama +Gas ed è coordinato dal’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

+Gas, che ha vinto il Bando della Regione Emilia-Romagna per soluzioni innovative di ricerca industriale strategica in ambito energetico, sta studiando un processo definito “power to gas” (dall’elettricità al gas), che prevede l’utilizzo dell’energia elettrica in eccesso per la produzione di idrogeno. L’idrogeno viene poi introdotto in un reattore biologico dove sono presenti batteri appositamente selezionati, in grado di trasformarlo in biometano.

L’obiettivo è infatti la produzione di biometano in una filiera integrata che parte dai picchi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e arriva agli utilizzatori finali del biometano.

Nel dettaglio, l’idrogeno prodotto dall’energia elettrica in surplus viene impiegato come “co-substrato” per alimentare un impianto pilota di produzione di biogas che utilizzi la cavitazione idrodinamica come sistema di dissoluzione del gas nella fase acquosa e colture microbiche selezionate in grado di utilizzare idrogeno e anidride carbonica per la produzione di metano.

Il biogas in uscita, più ricco in metano, viene poi sottoposto a una fase di rimozione dell’anidride carbonica rimanente, per poi essere impiegato come combustibile da dedicare all’autotrazione e/o per uso domestico.

Ad oggi sono già state realizzate delle apparecchiature sperimentali, anche grazie al co-finanziamento con i fondi POR FESR (Programma Operativo Regionale – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale). Gli impianti pilota su scala reale serviranno poi per arrivare a una realizzazione su scala industriale. Una tecnologia, assicurano gli esperti di ENEA, che potrebbe essere utilizzabile già dai prossimi anni, sulla scia degli incentivi, dell’aumento dell’efficienza e della riduzione dei costi di realizzazione e gestione dell’impianto.

“L’incremento di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non programmabili come il fotovoltaico o l’eolico – spiega Giuseppe Nigliaccio, ingegnere del Dipartimento tecnologie energetiche dell’ENEA e coordinatore del progetto +GAS – può generare degli eccessi di offerta rispetto alla domanda. Da qui l’interesse per soluzioni che consentono di recuperare l’elettricità prodotta in eccesso, trasformandola in biometano per autotrazione o da immettere in rete”.