RAEE: l’Italia ne ricicla di più ma l’UE è lontana

I rifiuti elettronici trattati nel 2016 sono aumentati di quasi il 9%. Tasso di ritorno quasi al 41%, ma il target europeo è del 45%.

L’Italia dei rifiuti elettronici comincia a ingranare la marcia, ma l’Europa è ancora lontana. Questo il quadro che emerge dal secondo rapporto sulla “Gestione dei RAEE”, a cura del Centro di Coordinamento (CdCRAEE). Nel 2016 sono state trattate poco meno di 359 mila tonnellate di RAEE, con un incremento dell’8,75 per cento rispetto all’anno precedente e un tasso di ritorno complessivo del 40,86 per cento. Il target europeo, a partire dal 2016, obbliga gli Stati membri dell’UE a recuperare almeno il 45 per cento del peso medio delle apparecchiature immesse sul mercato nel triennio precedente.

“Dalla seconda edizione del Rapporto emerge un resoconto molto positivo delle attività messe in campo dal 2016 ad oggi da tutti gli operatori coinvolti nella gestione e nel trattamento di questa particolare tipologia di rifiuti, che consentono di rendere operative le previsioni contenute nell’Accordo sul Trattamento dei Raee – spiega Fabrizio Longoni, Direttore Generale del Centro di Coordinamento Raee – nel complesso i dati registrati nel corso dell’anno risultano soddisfacenti, ma purtroppo non sono stati sufficienti a raggiungere il target europeo di ritorno del 45% rispetto alle Aee immesse sul mercato fissato nel 2016”.

Nel triennio 2013-2015 sono state immesse sul mercato, e dichiarate al Registro AEE, 876.757 tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Quelle raccolte e trattate in impianti autorizzati nel 2016 sono state 358.273, di cui il 79 per cento – pari a 281.956 tonnellate – provenienti da utenti domestici e il 21% – pari a 76.317 tonnellate – da utenti professionali.

Gli impianti di trattamento operanti sul territorio nazionale e iscritti al Centro di Coordinamento l’anno scorso sono stati 940: 665 localizzati nel nord Italia, 148 nel centro e 127 nell’area sud e isole.

“I risultati raggiunti dimostrano che la strategia del “fare sistema” è vincente – commenta Longoni – e va perseguita con determinazione in vista degli sfidanti obiettivi europei previsti per il 2019 e dell’uscita del decreto sul trattamento adeguato. Sia i quantitativi originati dai Raee professionali, sia quelli domestici dovranno essere incrementati con particolare attenzione alle attività di chi ha il compito di effettuare la raccolta. L’impiantistica italiana è pronta ad affrontare la sfida di un incremento dei volumi da gestire”.

Scarica il rapporto “Gestione dei RAEE” del Centro di Coordinamento RAEE