Macron, il nuovo presidente francese è un ecologista?

Il leader di En Marche ha attaccato Trump sul clima e ha promesso energia pulita e fiscalità ambientale. Ecco il suo programma.

E se il rilancio dell’economia circolare ripartisse proprio da Parigi, la città che ha ospitato la firma dell’accordo sul clima del dicembre 2015? Da una parte Donald Trump, lo scettico. Dall’altra Emmanuel Macron, il nuovo presidente della Repubblica francese, che si candida a diventare il capofila mondiale delle politiche ambientali.

Il processo, almeno per il momento, è solo alle intenzioni. Il centrista che ha scompaginato la politica francese ha dichiarato in campagna elettorale che l’ecologismo è una delle tre gambe su cui poggia En Marche, il suo movimento. Le altre due, per la cronaca, sono la cultura social democratica e quella liberale.

Macron vuole fare della Francia la nazione protagonista della transizione ecologica. In che modo? Innanzitutto, partendo dalla politica internazionale.

Per il nuovo inquilino dell’Eliseo, l’attuazione dell’Accordo sul clima di Parigi è una priorità. I Paesi che non rispettano le clausole ambientali degli accordi commerciali con l’Unione Europea dovranno essere sanzionati. E non mancano le frecciate al collega d’oltreoceano Trump: “Di fronte ai capricci del nuovo presidente americano, la Francia dovrà garantire che gli Stati Uniti facciano fronte alle loro responsabilità”.

Del resto, il 10 febbraio scorso aveva lanciato su YouTube un messaggio agli scienziati americani che si occupano di cambiamento climatico: “Io so come ora il vostro nuovo presidente abbia deciso di mettere a rischio il vostro budget, le vostre iniziative, e di come sia estremamente scettico sul cambiamento climatico. Io non ho dubbi sul cambiamento climatico e di come dobbiamo essere impegnati su questo tema”. Macron, dal canto suo, assicura che manterrà i fondi per la ricerca, rafforzando gli investimenti pubblici e privati, e arriva a chiedere agli statunitensi: “Per favore, venite in Francia, siete i benvenuti”

Macron ha promesso di investire 15 miliardi di euro pubblici per progetti energetici a basse emissioni, mettere al bando le nuove esplorazioni di fonti fossili (incluso lo shale gas), chiudere le centrali a carbone nel giro di 5 anni facendo raddoppiare nello stesso periodo la potenza ricavata da fonti rinnovabili. Il tutto in una nazione che dipende ancora in maniera massiccia dall’energia atomica, nonostante i recenti problemi in alcune centrali. Il leader di En Marche ha un piano ambizioso: ridurre la percentuale del nucleare nel mix energetico dal 75% attuale al 50%.

Il suo programma, che intende anche imporre una qualche forma di carbon tax, prevede anche una nuova fiscalità ecologica, con un incentivo di 1000 euro per tutti i proprietari di automobili inquinanti che vorranno acquistare un altro veicolo, nuovo o di seconda mano.